A volte mi cruccio che di colpo
nel lume della vena, per lo più transitiva,
sopraggiungano trombi.
Con inane perplessità, tra pollice e indice,
lascio flettersi e frusciare i fogli della minuta
cui attendo.
Per via di giustezza e accenti persuasivi
insisto a compitare il corposo garbuglio
(prodotto in deroga all’ars della ellissi
ad usum tweet esperita)
nel dubbio che sia passibile
di rigetto circolatorio.
Conciossiacosachè, pur fibrillando,
da recta ratio factibilium ductus,
il fatico/ faticoso pascolo degli occhi
s’arresta lodevolmente
in punta di cursore
onde provveda, riga dopo riga,
a un’‘etica’ abrasione
pressoché indolore.