DANUVIUS MIHI (da Calamus)

Avventa

Lieto avvenire

Dei morituri

I tuoi ciottoli

Come fa con sgomento

L’insonnia del mare

A riva avventando

Le più ebbre conchiglie

I tappeti d’autunno

Come fa col lamento

L’amnesia delle frugifere

Alle spoglie

D’orlo di bosco,

mai v’abdichi

L’armonia delle conifere

Centuplicate dagli spettri degli alberi

Di latifoglie…

Pulsa libera

Apertura

D’inospitale ventricolo

Ventura che mi stai

In articolo

Di vita o di morte…

Tienilo

Lento

Il battente

Alla mia scuderia

Siimi Diomede, siimi

Un giaciglio di fradicia paglia:

Solo così

Potrai

Tenere ferma la stalla

Ventre                                                                                                                                               

Mimo… Fiume

Del seme, Danuvius mihi!                                                 

Tienilo libero

Il vano pronto

Il calesse

Alla vana battaglia

Della scesa che va in su

Dell’ascesa che va libera giù:

Solo così

Potrai sentire

Dal piede come da un roccolo

Ma sì sentirlo stormire

Lo zoccolo

Dalle unghie

In due fesse

Alla lusinga di striglie

Una parte

Il calesse

Dalle ruote

Alte

E così belle

Altra metà la carrozza

Che va sulla ghiaia

Scricchiolando

Al frustino del fiaccheraio…

Ha un malessere

Se vi s’incalessa

Il vetturino

Tuo in serpa

Morte mia principessa

Appena ode lo schiocco

Del tuo fermo comando?

Benessere

Se vi s’incarrozza

Gorgogliando dissuggellando

Quella protervia di strozza?

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