Abbastanza inutili i pomeriggi. Qualcuno propone la doppia ora legale, magari in inverno: una in estate, due nella stagione del freddo, sì. Ma è una parola misteriosa – abbaìno – che cade in centro senza motivo, a rallentare ogni voce. Si giunge allora a una conclusione: cesura del giorno appena alle dodici e ripresa netta un’ora alle venti, con un notevolissimo risparmio (venticinque e qualcosa in più per cento). È Frank che afferma che così finisce l’incontro, se poi ognuno scandisce il tempo per sé. Ma Johnny non ha più la forza di ripetere che l’incontro è scelta tra linee, tra linee di questa, di questa enorme liberazione. E differisce noi, e per sempre, l’uno all’altro. Chiaro: è solamente suo il ‘ragionare su’, lo modella: “E allora il telefono, non stringe di tanta, di tanta e insistente contemporaneità?” Una chiamata.
(L’Irrequiete, la serie)