(a R. Reim, 1953-2014)
Ride, rampogna, ricama, riflette, rilegge, rimugina, ride
Il ragazzo che incontrava i ragazzi di strada con un cappa d’oro indosso
Compagno e coevo che calcolava di fino le traiettorie tra la poesia e l’eros
Con la consapevolezza che l’esistenza è una forma d’arte che serve
Ad accogliere la diversità, a giocare ad esserci nel rito e nel mito
Rimastica così missive da Sodoma e invia dispacci a una Gomorra da feuilleton
Divino mondano che non disdegna di calarsi nelle trame morbose del sottovivere
Ostenta una complicatezza che è solo acuta intelligenza deposta sulle nuvole
Regista brillante e fantasioso che mai ha voluto attediare il suo pubblico
E nel mettere in scena ha accostato farsa e malinconia per divincolarsi dall’ovvio
Inutili i tentativi di imprigionare in qualche stereotipo la sua natura proteiforme
Mignotti cari e carini hanno fatto ala al suo precoce ingresso nella pace eterna