RICORDANDO RICCARDO

                                                  (a R. Reim, 1953-2014)

 

Ride, rampogna, ricama, riflette, rilegge, rimugina, ride

Il ragazzo che incontrava i ragazzi di strada con un cappa d’oro indosso

Compagno e coevo che calcolava di fino le traiettorie tra la poesia e l’eros

Con la consapevolezza che l’esistenza è una forma d’arte che serve

Ad accogliere la diversità, a giocare ad esserci nel rito e nel mito

Rimastica così missive da Sodoma e invia dispacci a una Gomorra da feuilleton

Divino mondano che non disdegna di calarsi nelle trame morbose del sottovivere

Ostenta una complicatezza che è solo acuta intelligenza deposta sulle nuvole

 

Regista brillante e fantasioso che mai ha voluto attediare il suo pubblico

E nel mettere in scena ha accostato farsa e malinconia per divincolarsi dall’ovvio

Inutili i tentativi di imprigionare in qualche stereotipo la sua natura proteiforme

Mignotti cari e carini hanno fatto ala al suo precoce ingresso nella pace eterna

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