Per K., in quattro
- Una lama…
Un pane, un’ostia o poco di meno è il tuo saldo
Col mondo.
Ma fa’ a fette quel primo e trancia quella seconda
E vedi come lama di coltello si ritrae arrugginita!
- Aule
S’è detto: quante bestie infilzate dai suoi allegorici spiedi
Intinti nell’inchiostro del malanimo
Con una voglia di fragola sulla punta della penna,
E il calamaio camuffato in una belletta, senza tregua.
Non conoscono intervalli le sue clausole e di règola
Ciò che è interruptus non trova in lui una concordia patria!
Aule senza atrio… che in cuor suo di suppliziato!
- Lanterne
Un po’ come in Federigo Tozzi, nostrano, nelle sue novelle Battezzande ‘Bestie’.
Novelle anch’esse, in interiore loco, eterne.
Ma che ogni tanto scambiano lucciole con lanterne.
- Virgole
C’è qualcosa che asfissia più delle sue virgole
Quando fa quelle tirate che appariscono assolvimenti
Per emendarci delle colpe, ma che le colpe incendiano?
Tormenti le virgole nei suoi erpici un sol dente.