(capitolo trentunesimo) E GLI AVOCADO SPARIRONO NEL GIRO DI UNA NOTTE

Posso sentire il flusso dell’acqua nelle tubature il galleggiante che stride il materasso smollato vibra a sorpresa ma sarà stata l’ultima preghiera quattro salti intrufoloni le pareti brontolone il volume strizzato della tv che balla meccanica il corso di lingue mattutino attutito nella chaise lounge due rimandi irrecuperabili nella stanza buia la poliziotta ha una automatica col silenziatore sput sput e una pistola a tamburo gricriii gricriii a beneficio dei curiosi suo fratello sul muro interno del giardino ha proiettato una sequenza girata con quest’ultima arma un giornaliero 16mm in condominiale bianco e nero di infruttuosi passaggi lenti parole poco chiare primi piani alternati al dettaglio dell’arma sul ripiano da osteria il finale che non si sa dove vada a parare senza botto e ripetuto due forse tre volte dovrei metterla a corrente delle minacce che girano deve essere informata la Visicchio venga a vedere come mi hanno ridotto l’automobile sterco uova marce fango le bucce dei bruscolini e noccioline scenda dai piani alti non è un film ci hanno messo pure le galline morte sparate i limoni marci e le bucce d’anguria patriottarda la mia Renault dietro l’angolo accanto al cancello della villa se la sono portata per un giretto o se la sono imbrattata sul posto? Buona la prima ma dove? Chi l’ha riportata in queste condizioni? Non c’è una videocamera di sorveglianza e voglio che venga a costatare lei Visicchio prima che chiami i colleghi la mia Renault rossa irriconoscibile inutilizzabile dal guano e dalla semola di topo e dall’umano sbisognarsi dimostrativo posto guida vorrei sapere come e chi l’abbia portata qui chi si è seduto alla guida insudiciata chi si è accollata la puzza tangente minatoria. La poliziotta gira intorno all’auto osserva il serraglio si immedesima esterni ed interni tira fuori dalla tasca un fazzoletto di carta scrosta qualcosa dal parabrezza guarda la gira e la rigira guano secco lascia cadere a terra appallottola il fazzoletto lo mette in tasca prende un altro fazzoletto e pulisce ancora il parabrezza all’altezza del tagliando dell’assicurazione che emerge in trasparenza dall’interno inaspettato chiaro anima santa del purgatorio valida per piena soddisfazione fa qualche passo indietro guarda le ruote anteriori qualche passo di lato e controlla le posteriori gira intorno alla vettura salendo e scendendo dal marciapiede e mi guarda e dice:

– faccia chiamare il carro attrezzi, non può rimanere qui. La porta in garage? E mi dica, le ruote che monta sono le sue? –

guardo con attenzione: ruote e gomme enormi flosce scorticate di lato e squartate al centro

– no, non sono le ruote della mia automobile

–  e allora in garage le smonti e le porti in questura.

–  perché?

–  Costituiscono … il corpo del reato

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