in uff
sole alle spalle
ore 8,00
tic tac dell’orologio a muro nero rotondo 24 cm di dm
con la testa vuota senza vento silenziosa
non so da dove saltano su queste parole di qui
scioccamente penso che abitudine e memoria debbano indicare luoghi di meraviglie in grandissima parte sconosciute
e neppure so perché uso la parola ‘meraviglie’
sarebbe bastato ‘sconosciute’
poi tutto così si mette perciò in un moto che potrebbe essere perpetuo e che se allargo il luogo in effetti lo é
ma c’é anche un perpetuo-di-luogo-istantanea -mente-ristretto
il mio perpetuo di qui-ora che indica soltanto che pur continuando a non capitare niente io tuttavia continuo a raccontarmi in queste susseguenti parole
poi la telefonata di chio
papa ciao come stai mi accingo a fare ginnastica
ra sta leggendo il secondo libro dei re
prendi le arance buona giornata
ciao
stop
pochi secondi
nuovamente il tic-tac che mi riporta all’aiere di questi ultimi giorni
COME FARO’
come farò con i denti
e con questa improvvisa
sfasciatura muscolare
tra scapola omero e braccio
approposito steve reeves
per una caduta da cavallo
forse ci rimette la
intanto valentino parlato sottolinea che tra ieri e oggi la iugoslavia è totalmente scom-parsa dalle prime pagine
le meraviglie sono così
hanno questo aspetto
sono appunto la ‘probità del mistero’
dunque le mille e una notte
potrebbero essere il contrario della mera-viglia
come farò se tali automatismi
cliccando anche una sola volta
aprono voragini vertiginose
tra i miei occhiali e la punta
di questo pennino che scorre qui
non so quale sia il luogo
indicato qui dalla paroletta ‘qui’
la carta questa carta non é un luogo
e non è neppure sospensione
o contenitore-contenuto
di quelle voragini-vertiginose
é voragine-senza-luogo
é vertigine-senza-luogo
lo spazio e il tempo dentro cui si promuove la scrittura
(dentro cui viene spinta la scrittura
dentro cui ci spingiamo tramite la scrittura
dentro cui la scrittura…)
a una inevitabile saturazione del moto-verso-dove segue forse una ‘deviazione’ che si può indicare moto-dentro