ONIRICA MISSIVA

Era come un sogno, Francesco… Un bruciore intenso. Secondo un lampo di pallaveloce. Mi ritrovai a volare su un deserto calcinato, nel mero azzurro di una solitudine purissima. Photoflashes abbacinanti come autoscatti dai colori iperreali. Una bella sensazione di assenza di peso. Voglia di stare in alto. Imbevuto di luce solare cocente. La tua voce clamante mi arrapava la mente o quel che ne restava in quel momento. “Cercate le ferite del pensare e del pensarsi. La tremante bellezza della caducità. La tramante viltà della permanenza. È l’atroce nunzio dello stilita. Il sublime silenzio del divino massacrato. Nella continua evanescenza dell’essere, trovate la superba conferma del vostro esserci. Siete fragili e fatiscenti, siete indistruttibili e forti. Siete inguaribili e narcisi. La sofferenza è la via, il metodo, la disciplina con cui vi pompate i muscoli spirituali dello smisurato senso di superiorità. Colui che è il più torturato, deietto e denegato è il più implacabile conoscitore e padrone del mondo. L’umiltà reietta e cenciosa è appena il velo della cosmica megalomania. Perché io sono ciò che penso, ma non sono dove penso”… Augh.

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