OTTORINO

Persa la cittadinanza del mondo virtuale siamo evasi in quel di mezzo. All’onda, con veloci funicolari e gli imbattibili eliplani, accampati  nel lotto d’etere non contaminato, siamo forse i soli, in atmosfera protetta, a non soffrire l’eco dei ripetitori ufficiali. In quell’ettaro sconnesso, gocce potabili ci bastano e la luce a ricaricare. Ma non va meglio, senza manutenzioni, la provvista di neve svalutata di riflesso, mentre aumentano i rottami in transito alla cinquantesima tangente. Il baco giunto al terzo stadio non si  convince abile al volo e neppure la Turchina può in coraggio. Non pervengono da ieri le due scale, né le padelle  antiaderenti di Ottorino. Certi di averle messe in tasca abbiamo riprovato il sotto-sopra al terzo di girone per evitar l’incendio di animelle e salvare messere, dal dito a scatto in bell’arcione.