IL PRIMO NON E’ MAI L’ULTIMO SINGHIOZZO

poi un piazzale tutto per te il piazzale non riuscivi a aprirlo dentro una grande stazione di topi che te ne fai di questa stazione non sai dove mettere i piedi schiacci che schiacci senza scarpe carne tua carne loro non capiscono si difendono col corpo vai avanti dove torni una saracinesca lontana mezzaperta una finestra ti piacerebbe saltarla ma ha il vetro riflesso lo vedi schiacci la tua faccia sul vetro schiacci topo dopo topo senza ritegno topo rinasce vivo sotto i tuoi piedi a un certo punto anche i piedi sembrano topo ti schiacci mentre gorgoglia una grande voglia di insalata condita senza pepe senza sale dunque scondita ma fresca che bella merda dici non sono un cavallo ma la voglia rimane su un piazzale o un hangar a riposo di topi la carne di topo dici pensi solo una buona insalata scondita con una voglia di topo potrà salvare il tuo stomaco forse lo addormenta forse così addormentato dall’insalata potrai uscire dalla nidiata di topi che la condiscono dal tatto della pianta dei piedi però così morbidi così beati essere calpestati dai calli non li senti più in fondo non hai premure desideri tutto il programma di giornata scompare in modo morbido scricchiolo le culture pensi sono state fatte a pezzi dalle notti di luna nera ognuno si inventa il nono giorno pigi sui piedi sono topastri un vecchio rincitrullito vuole rimestare il mosto prima di san martino puzzerà di topo lo chiamerai vino di topo lo compreranno in america diranno nel loro cattivo italiano e con alito cattivo è più meglio del burbòn di kentakì intanto rimesti fregoli sdilinguisci in questa idea ti fa imprenditore di topi malandati i tuoi malanni le tue pene le tue assenze di virgole nella tua vita senza fine ficcata in cella di ospedale in tana di lupi in garage di topi poco importa sei per natura sdolcinato accetti tutto sorridi ai tuoi caproni che ti hanno incornato produci zenzero dalla bocca fiele dorato dal membro incateni ardesia in testa ora finalmente cappella non gridi non chiami sei un’autostrada riconosci tutti dai copertoni non conosci stallo sopra un trattore non labori non ori non ora non si ferma uno sbadiglio mai il primo singhiozzo di notte la notte vede la luce della notte accende vegliardi barbagli di capra virgoli sgomitoli così ti regali un piazzale affollato di autobus di fotografie di zebre di koala di bisbidis sulle fiancate degli autobus gli occhi che non hanno saputo mai essere fotografati ti regali un piazzale di topi non aspettano altro essere fotografati

 

(da SESCION – 7 Siciliani – I quaderni del Battello Ebbro, Macerata, 2013)

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