io
grafomane per astinenza
ripetitivo per idropia
pratico acquitrini mediterranei
mi scortico i polpacci
stremo lo sguardo
faccio “ip! ip!”
e mi acquatto
questa provincia
che è temperata e subtropicale
è qui tra le fanghiglie
chiusa in una luce bluargento
ialina e tesa rimanda i suoni
riflette sacche d’ombra
fa ammattire le correnti fredde
altri animali si acquattano
schizzano via producono
suoni inenarrabili
come me sono senza fame
sferici assolutamente innocui
vento e pioggia stanno scavando
nella mia inquietudine notturna
misteriosi bollori.
il tempaccio qui è raro
e si fa più raro di anno in anno
quando torna diventa più difficile staccarsene
passo le ore della notte alle finestre
a succhiarlo la stanchezza scompare
uscire di casa perdere abitudini
muoversi da questo buco di luce
competitiva e inesorabile e andare
dove le stagioni e le rotazioni non esistono
tutto è chiuso è spento
da una storia all’altra
da un mondo all’altro
smetto di esserci
qui attorno esistono due sole cose
il rumore e il corpo
“a che cosa mi sto avvicinando?”