L’architetto fotografa con lo smartphone le ricette consigliate nel retro delle confezioni di pasta. Quindi passa alla scelta degli ingredienti. Verdure, salumi, formaggi e spezie. Sceglie il vino. Per quanto gli sia vicino non riesco a leggere il nome della pietanza. Tra un saluto e una breve ricognizione sul pesce esposto, mi riesce difficile sbirciare oltre la luminosità del suo visore. Due tentativi infruttuosi. Mezze penne, gherigli di noci e, non ho capito bene, crudo o speck. Indicandomi distratto, con mosse sghembe, le serie dei cibi preconfezionati tiene a dirmi che in cucina il ready made non funziona. Bisogna seguire la ricetta senza eccezioni. – Un buon piatto è difficile da imbrogliare, deve fare i conti con le sue varianti, colte o bastarde e con quella che viene chiamata buona cucina. – quindi sceglie una grande lattuga e continua: – si è sicuri del pesce solo in certe pescherie o alle cinque del mattino dai pescatori al porto – Preparerà cena o pranzo? Lungo lo scaffale della frutta una ragazza del market in ginocchio sistema i nuovi arrivi. L’architetto si ferma, lei accenna ad un sorriso, lui le strizza l’occhio e le chiede degli avocado. Esauriti, in arrivo. Va avanti.
– Slow food street food fast food, il cibo ci da intelligenza, conoscenza e anche ci fa amare odiare rallegrare, ci da emozioni, sentimenti, non è un concetto mentale.-
Passa tra gli scaffali, pancia in fuori ed occhio stretto, esplora la mercanzia, si avvicina, controlla i prezzi, al banco dei surgelati chino si lusinga nel gelo, guarda scatole e ibernati, di ritorno a lato riaccende il display, scorre veloce foto e lista, lo spegne. Ci avviamo alla cassa.
– Incollata la soglia di marmo? a regola d’arte…? –
non ascolta la mia risposta, passa le sue scelte alla cassiera.
– Tessera?
– no
– busta?
– Si
Paga con la carta di credito. La cassiera gli dà una sacca di plastica, mentre lui sistema la roba lei si scarica i punti in una sua tessera personale che tiene a lato della cassa. Le porgo la mia confezione di gassose, né tessera né busta, pago in contanti. L’architetto:
– Arrivederci, uno di questi giorni le busso per verificare i lavori e dobbiamo metterci d’accordo per qualche ultimo lavoretto in giardino … e devo chiederle una cosa.