è l’epentesi del ciuffo erboso. tra i microvuoti ai bordi.astratti delle chianche. i concettuali bianchi banchi nel foulard.
inorganico. vivo. fino al cancello di casa. quando mancheremo. e non oltre. domandano sfondi allo specchio. che bisogno sei. ironizzano sempre le chianche. del vialetto. e dopo non c’è macchia che non trapeli noi. silenziosi e univoci. in direzioni chiuse. opposte. in perimetri di sensazioni nuove. spiacevoli. reali. ambienti privi di nucleo o di luci appostate. ai cambi quantici di scena. rappresi in questo letto. sudando questi mobili. eterni dei momenti. belli. passati insieme. quando entrambi eravate in altrove diversi. remoti. ironizzano sempre le chianche. nello stesso istante e per lungo tempo. e ora fra voi non c’è più il bisogno. c’è sempre tempo. ci siete troppo. presenze affogate nella terra dell’orto. di verde orrido. per predisporre il passo. agli abbandoni. la vostra storia dunque. non è altro. ironizzano sempre. e suggeriscono.è l’epentesi del ciuffo. erboso tra i microvuoti. ai bordi astratti delle chianche.
(da “di fantasmi e stasi. transizioni.” Arcipelago Itaca Edizioni, 2017)