(1980)
Sono qui che aspetto
il venticinque, linea
Pecori Giraldi-Borgonuovo
sono le tredici meno cinque
piazza croci, sole
folla di liceali
mi contenterei di poco
anche di venti minuti
di ritardo compro
l’europeo lo sfoglio
piano, passeggio, sfoglio
l’europeo, mi scosto
lascio passare, sfoglio,
metto le spalle al sole
osservo lungamente
amendola, sfoglio,
passa il settantaquattro
ressa, mi scosto, sfoglio,
chiudo passeggio guardo
le belle bambine, il 4
è semivuoto e in fondo
altri autobus, forse
il venticinque arriva,
no, il 3 il 28 il 15
sbarrato e il 77
passano così 15 minuti
i ragazzi aspettano
sembrano non aspettare
gli altri, i non ragazzi
forse stanno qui da sempre
bà, che so, risfoglio
l’europeo,leggiucchio
sto al sole all’ombra,
guardo l’orologio, il 4
altro 4 e poi il 77
mi scosto, poi scendo e
gardo in fondo al viale
altri autobus, il 25
penso è la arriva
mi preparo, no, altro 77
altro 74, segue un 74
semivuoto, é ridicolo
penso, 3 74 e 0 25
in venticinque minuti, salgo
sul marciapiedi, sfoglio,
sfoglio lentamente, nudi
parigini, a parigi e qui
qui attorno, sarà la fame,
mi dico, l’età mia,
l’età dei ragazzi, l’età
che varia l’età stessa
oppure i 40 minuti
dell’attendendo dio,
mi scosto subito,
decido per la fermata
meno affollata
che precede, vado,
il 18 il 7 rosso
il 40 rosso, il 28
arrivo alla fermata
apro l’europeo, sfoglio,
scapole al sole, poca
gente, poche vetture
sono già le due, fumo
da quanto non fumavo?
il 38 il 3 niente 25
il 25 è oggi più raro d’ieri,
la borgata può
aspettare, allontaniamo
con la presenza del mezzo
la presenza del quartiere
i pericoli, le puzze, le mani
non del tutto biologiche
soprattutto penali
giurisdizionali
e quindi veristiche
cioè letterarie,
così m’incazzo mi soddisfo,
sole, vento mite, sfoglio,
felice di trovarmi
umiliato, una donna
da 25 ad alta voce
protesta, io no, lei si,
io no, io da 25 sono un 25
diverso, aspetto più di lei
e non protesto, e godo
la bella giornata
il bell’europeo, il 25
che non arriva, che città
tollerante é Palermo
le basta ogni 10 anni
una rivoluzione cittadina
di mezza giornata
da settimanale illustrato
poi, per dieci anni
è paziente, aspetta
un 25 che non arriva
segnato sulle carte
intravisto ma vano,
che pensieri socio
poetici i miei questi
che coscienza del tubo
sorrido di me, non so
se in effetti ho casa
figli piatto che si fredda
muscoli che si stancano
so che ho questi pensieri,
sfoglio passeggio guardo
attorno a me altri
come me passeggiano
come me guardano e
non fanno harakiri
meglio così penso e sfoglio
l’europeo è quasi finito
ma da tempo non capisco
più nulla, non seguo più
nulla, non mi muovo
non mi sono mai mosso
e non ho neppure sognato
tutto questo, che pure c’é
c’é stato, si: STATO