Per pochi minuti all’anno le loro chiamandole mosche semplifichiamo sono assenti poi insistono nella ruota corneale, succhiano la sacca, tossiscono. L’altalena, loro fanno, sul tèndine pollice indice. Scelgono ogni cavillo, vanno a ristorarsi. Le mosche sono attente alla forma, che per loro è sostanza. Fimo, fimo, si appoggiano all’angolo lacrimale, espettorano. Torcono la tromba per far entrare quanto più drasticamente possibile il poco che il tempo di vita e spostamento permette.
Quando muoiono si frantumano nei micromoduli di base, tornano la scatola da montare, le molecole che legavano si sono fratturate slogate, sono cambiati i numeri, l’id, i denti del compasso sono separati. La combinazione che prima teneva