Un crampo espressivo dopo l’altro / fino a secernere fulgore dal mero dolore / Coltivare abituali sortilegi per ingannare il colto e l’inclita / sul piano inclinato che conduceva al senso di colpa (altrui) / e che dettava retropensieri solitamente austeri / ma talora pure orrendi, cui seguivano le azioni più spicce ed ignobili / Per esempio un amico che, da piccino, persisteva a sottrarmi i giuochi del “Piccolo Chimico” / diventava un nemico meritevole che gli si gettasse dell’acido in faccia / così da deturparlo per sempre e senza mai pentirsi di tutto questo…
Un crampo espressivo mi inibisce il controllo sulla fatticità dei fatti / sulle danze acefale e sulla montante onda merdacea delle fake news / e del gonzo journalism che ripete: everything will be allright! / Si offrono lavori che sono delle autentiche stronzate / si spandono odori repellenti come carcasse di cani morti imputriditi / si cercano antichi, rari sapori capaci di portarti al centro dei saperi / Perché, se non lo sai, è forte la controrivoluzione, molto più forte della rivoluzione…