STAGIONE SOLITARIA

Attingo al verbo – in questa veste che mi resta

 

 

c’è un verde indecente che ramifica a un’idea

dea del distacco che attacca un’odierna quietanza

quando tutto era benedetto da Dio in questa luce

appena sveglia – il dolce sapore di un inganno

a metà  la prima foglia sul tuo petto – è tenero

dolore – nemmeno la solitudine dei vetri appannati

di noi che pioviamo da un’unica goccia – perché

perché forse non vorremmo che finisse

 

 

ti ho riservato un giorno magico , ma non morire

non morire mentre ti muoio affianco a una riva su per

la casa sotto il monte mentre sale l’odore buono alla bocca affamata di passaggi in strada – la stessa tormentata di rosso  rosso sabbia e dammi tempo per respirarti una consuetudine sbagliata in questa notte di fughe e tormento

 

 

l’odore di bruciato mi riporta a Berlino . Berlino del freddo e caldo millenovecentonovanta , di Brel che

non torna – non torna come me un passo dopo il bianco

e nero sono la pagina sbagliata – dislessica con la grammatica disperata – le scarpe al contrario e quelle spiate di nascosto rosa a punta mai indossate nell’inadeguatezza – un sogno infranto mentre parla la

 

pioggia in questa stagione solitaria

 

Un bacio tradito al tuono dell’ultima percezione

temporale  –  così – mi troverò ai lati del passato

tra  delusione e fatica  Vita morte e indifferenza

giorni incerti  in questo mancato infinito – eppure

oppure volevo solo ammalarmi di te – delle

briciole nascoste ai lati del campo  nella cura del

passaggio oltre la notte mentre manca quella parte

che batte ai polsi nel giaciglio – lontano tra la voce

di mio padre –  il fruscio dell’albero l’odore della

pioggia – ed ho vestito precarietà di sangue e giorni

d’ombre – maschere nel raggiungere coralli dove

abita il silenzio.  Fermo la mia ipotesi nell’arrendersi

del corpo tra l’idea del tramonto e una luna mancata

mentre danzo un ricordo denso d’oblio nell’azzurro del

tuo sguardo confuso – in mezzo a un confine che invecchia

danzo e salto tra bocche d’argilla-  il colore degli occhi la natura del mare  –  ed ero lì  quell’ attimo raggiunto.

 

Metteremo a tacere l’inverno col suo passo giunto

e una libellula da disegnare in questo sogno che sa  di miracolosa nostalgia

 

(su autorizzazione dell’Autrice)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

COL SOLE CHE
Anche oggi abbiamo dormito sino a tardi, sino a ora di pranzo, col sole che batteva sulle coperte, con rabbia Read more.
L’ANIMA DEL GATTO 4
Il mio corpo? Un foglio che va a fuoco nel numero 3. Febbraio, agrimensore di neve  e fuoco:  fienile e Read more.
PERCHE’ IO
Perché io ho la colpa di sentire il male — non meritare il maschio con la faccia da imbecille avere Read more.
IL VESTITO BIZANTINO – 70
Il dépliant del mio occaso Sorpassi il tuo successo. Acceso alla monotonia Il minimo cero di una volta. Ora serpeggia Read more.
IL MESSAGGIO DELLA STELLA
fertile come una farmacia al centro di un centro: commerciale. dove latte e miele e miniere lampo. anche gas per Read more.
SOPRA DI ME
sopra di me, guardo il mio reporter interiore valutare lentamente la sua forma come un prestigioso curatore di slow archaeology. Read more.
TITOLO ARNANGUAQQ
Della cena consumata il 7 maggio 1799 nella tenuta delle Concumelle, proprietà famiglia Abbiati – delle vivande, delle suppellettili, di Read more.
N°3694389/J
Buongiorno, risponde l’operatrice n°3694389/J. Prima di procedere, sono tenuta a informarla che il contenuto della telefonata sarà trattato in conformità Read more.
BREVI DA BLITZ
tre e -malmignatte fortune di forme condivise le] cause naturali stratagemmi forma di ottetto con ancia sperduta beatcoin le portano] Read more.