La Cina, ti dicono, è kattiva e anche captiva, / pretende il legame, ché così ti lega, / ossia cattura gli uiguri musulmani e li schiaccia e li reprime in massa, / cattura gli studenti in rivolta ad Hong Kong che non si voglio piegare ai diktat della dittatura comunista, / cattura umori e malumori nazionalisti e minaccia l’isola di Taiwan di dure ritorsioni militari ad ogni segnale di ulteriore autonomia. / Poi i turisti cinesi li vedi scorrazzare gaudenti e spendaccioni nei percorsi delle Cinque Terre / da Monterosso a Manarola, da Vernazza a Corniglia, a Riomaggiore / e sembrano ignorare che il kapitalismo, anche quello riverniciato di rosso post-maoista è kattivo, / è, secondo diceva Benjamin, una religione del debito, / un debito che cresce illimitato e tramuta i singoli individui e gli Stati in debitori senza fine / ovvero in colpevoli irredimibili / come indica in tedesco la parola “schuld”, un debito che è una colpa, / qualcosa che deve indurre uno spaventoso senso di colpa / non una allegria di naufragi di gente e nazioni che vivono e vogliono morire ben al di sopra dei loro mezzi / Il debito, ti dicono, è normale, ma la sua normalizzazione non ci normalizza, ci nevrotizza e ci estrania da noi stessi / ci aliena dai nostri desideri come dalle nostre affezioni / il debito-colpa è come un’infezione che ci rende eunuchi nell’anima e nel vero sentire…