IDIOSINCRASIE 3

Serve, ti dicono, adottare un scrittura liquida / una scrittura che si abbandona ad una risacca semantica, priva di centro / una scrittura che non dialoga, ma dilaga tra confini incerti / una scrittura da accompagnare con musiche sacre, con cori liturgici / Sanctu Sanctu Sanctu è lo spirito che viene dall’aldilà per spegnersi nell’aldiqua / Una scrittura per i mezzi morti o semivivi che procedono sulla terra / cercando di attingere le energie che per un attimo ti illudono di poter toccare l’assoluto / Disciolti da ogni quotidianità, scevri di ogni relatività / Una scrittura anche ignorante o oscillante tra il desiderio e la rimozione del desiderio / Ora come stelle fredde, ora come astri infuocati / o come supernove che implodono in giganteschi, entropici buchi neri / Una scrittura che è la costruzione dello spazio in una modalità precipua dell’autorappresentazione di sé / Una scrittura che tra il potere e il poetare sceglie sempre la seconda opzione / Una scrittura che è come una ferita cosparsa di sale e, poi, aspersa di alcol etilico / per un bruciore immenso, una scrittura come un orrore che ti paralizza / che urla ed è senza onore / e che invoca il sacro pastore capace di ricondurti nella casa del signore / Una scrittura di alme migrantes che oltrevalicano le barriere integraliste e le barricate nazionaliste / Una scrittura per storie mai viste o per un viluppo polinarrativo che non sia una cosa moscia e triste…

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