il cancello mi aveva morso e la testa si era bucata, ed io pensavo che lentamente mi sgonfiavo mentre mia madre, che era ancora mamma, me la teneva sotto il rubinetto per riempirla di acqua al posto del sangue che usciva. all’ospedale forse c’era un concorso a premi perché il dottore mi aveva dato dei punti che però non ci ho vinto niente e così li aveva coperti come l’impasto del pane. io pensavo che adesso in testa avevo una bocca cucita e che era come quella mia vera, che ci tenevo dentro un sacco di segreti miei e se la aprivo usciva dolore e allora avevo deciso di imparare ad ascoltare e far ridere perché ridere era non poter parlare, era dire niente.
IL CANCELLO MI AVEVA MORSO
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