(L’OCCHIAIA. 88. “Giorni rubati”)
Scivolo dalla veglia al sonno e viceversa senza più rendermene conto strade vuote muri di cinta sbrilluccicanti sulle sommità irraggiungibili di colli e culi rotti di bottiglie e un silenzio implacabile, soverchiante, che porta dentro i brum brum brum sonnacchiosi di un’automobile lo scalpiccio spaesato di un passante il respiro …