PARLA STEFANO AL TRAMONTO VISIVO

Se dopo il dolce lei ci racconta di presenze che arrivano da altri mondi – una superba torta cantonese coperta di glassa speziata – è proprio perché tra il secondo e la frutta noi tutti abbiamo visto distintamente. Siamo nel campo delle ipotesi, ma il solutore tenga presente il numero dei commensali: otto, di sesso misto. Guardando il primo di noi della fila di destra ammette di non riferirsi a esseri che vengono dall’oltretomba. Girandosi verso il terzo in ordine di apparizione conferma che non parla di entità che approdano da altri pianeti. Rivolta alla seconda, se si comincia a contare dando le spalle alla porta d’ingresso, e poi alla settima tra noi guardando dal balcone, dice che non si tratta neanche di frequenze spurie che viaggiano nell’eterno. Al sottoscritto, seduto al quarto posto lato sinistro, spiega che non sono corpi elettrici. Fissando sé stessa, infine, mentre ravvia i capelli specchiandosi interamente in un vetrino da laboratorio,  dice che non si tratta nemmeno di campi magnetici. Noi tutti, però, tra il secondo e la frutta – girello di vitello in casseruola e poi affettato di ananas, cantalupo e melone bianco – abbiamo visto distintamente.

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