Come anche un colore, un pigmento, possa cambiare la storia del mondo, la conta del tempo, e che quindi, a quel punto, non sìllabi più un viale aritmetico, e precipiti invece nell’ultimo bar di mattine e caffè, rompendo il tuo passo, riversandoti addosso coloro che erano dietro, no, non è più complesso. Da capire, non è più complesso…
Lo avevamo compreso leggendo la foto che portava l’autòcroma data del 3. Anzi – mi sbaglio – dieci anni di più, del ’13, di Mervyn O’Gorman e Christina Bevan, quando il colore abbatteva il corso dei secoli e quei cento anni fa – incredibile – erano qua.
A quel punto la testa accelera, e pensate allora se aveste trovato un telegramma, un telegramma sospeso negli anni:
fotografato prima volta senso della vita stop attraverso sofisticatissime lenti stop quelle del conseguimento e dei rinnovi di ciò che si dice patente stop ecco straordinaria immagine da un pianeta chissà dove, ché da vicino non si sarebbe potuto vedere stop no, non sarebbe per presbiti il senso della vita, dichiara il responsabile stop.
No, non è niente da ridere… Oppure un’altra scoperta. immaginifica, questa:
e lontani apparivano i tempi dell’universo poche ore dopo la nascita, in questo celebre scatto di un Big Bang che poi defunse in povertà, quando l’era del gas terminò per cedere il posto a immensi laghi di ammoniaca profumata – perfino la mostra, vai a vederla…
“Ecco, in quale vertigine avremmo potuto abitare, in quale immagine chiara di tutto?”