UN G CHE AVREMO VENTI SECOLI

Circolano strane voci sul conto della mia persona. Voci che già da qualche settimana, se non forse da qualche mese, adombrano il mio nome e quello della mia famiglia. Bugie che intendo smentire subito. Chi dice che sulla pelle del sottoscritto cresca la Galerina  marginata afferma il falso: solo efflorescenze di Pleurotus spuntano, non su di me, ma dentro le ascelle di Camelia, la primogenita, e sulle piante dei piedi di Adelaide, la mia secondogenita, funghi perfettamente commestibili come saprete. Falsa la diceria secondo la quale sarei uno degli Azovia dello stretto di Kerc nel Mare d’Azov, tagliatori di teste: i teschi che vedete esposti nella mia libreria sono tutti semplici imitazioni in pvc, e inoltre ho passaporto italiano. Falso che mi sbarbi tredici volte al giorno. Falso che possa regolare il numero del mio piede a seconda delle scarpe. Falso che abbia trentaquattromilasettecento figlie femmine. E Non è vero neanche che il  34 rosso faccia fermata a Falsomiele: deve prendere il 37 nero, cara signora, per andare in via  Chiarandà / Belmonte Chiavelli.

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