Ora di stamberga, tarlo il respiro
D’infanzia la cornucopia vizza.
Eppure avanza la contemplazione
Di sé senza il corpo popolare.
Il capestro di stare vecchi
Calpesta la stasi della culla
La bella volpe tata argentata.
Implori la resina del boia
Di darsi zuccherina di non
Corrompere il ritmo della danza.
Purtroppo, purtroppo così ascoltata
Sciabola
Muori con la postura fetale
Così fatale la nascita scempia.