da MITOLOGIA DEL CENCIO – n. 23

Fai di me un salto di luce

Una sciabola buona per andarmene

Da un minuto all’altro senza soffrire.

Fammi azzannare da un pettirosso,

Amabili cipressi di borghi

Sulle vostre punte si perse la parola

La ragazza della meraviglia

A bocca aperta muta.

Ho un marsupio ingiallito dal tempo

Ci tenni alcuni cuccioli abbandonati

Mi precedettero nella morte che mi preme.

Oggi è soltanto una mollica

Una carica di lirica inciampata.

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