Si svegliò di soprassalto e alzandosi dal letto vide che la linea segnata col gesso sul pavimento si era spostata in avanti almeno di un metro. La linea che separa il giallo dal blu, il bene dal male, il dolce dall’amaro, il freddo dal caldo, le veglie dai sonni, il determinato dall’indeterminato. Erano le sette e venti ormai da sei ore, ed era il 38 di maggio e le stagioni si accalcavano scompostamente dietro la porta. Splendeva un sole ballerino. La neve esitava ma formava valanghe se aprivi gli armadi. I cassetti esalavano nebbie. Il vento del Nord, mischiato a scaglie di arcobaleno, sfrigolava sui vetri. Annalunetta allora prese la linea e pazientemente la ricollocò, riportandola alla sua posizione originaria. Dopo di che sbadigliò a occhi chiusi spalancando verso il nulla le sue belle braccia, e se ne tornò a dormire.