su questa mano stretta intorno all’aria mattutina. non c’è la compatita morte di chi avete ucciso. i morti uccidono i vivi e poi li chiamano suicidi. sboccia nella loro mente come un vaso di ceramica. la cattiveria alimentata dalla cultura dei libri. e non sanno altro che vincere e leccare i piedi. al cielo di turno che li renda meno anonimi. non ho amici che nei profili stranieri. degli esseri venuti da lontano. che sanno l’indifferenza. che sanno l’estraneità della loro incomunicabile sofferenza. non ci credo al sapere che ha armato torturatori. e arma i carnefici. beata ignoranza della prima infanzia. quando ogni macchia rosa è un respiro che odora. maledetta la nostra perbene competizione. noi che beliamo la nostra compiacenza a chi non ci dice mai la verità. noi che siamo amici di tutti e di nessuno. noi che non abbiamo capito nulla della solitudine dei gatti. sepolti nelle nuvole della morbosità. su questa mano stretta. intorno all’aria mattutina.
(da “di fantasmi e stasi. transizioni.” Arcipelago Itaca Edizioni, 2017) su autorizzazione dell’Autore