gli alberi hanno sangue che gli occhi non vedono perché non è rosso. gli occhi hanno esercizi di stile per distinguere l’umano dall’umano. l’uomo dalla donna la donna dalla donna l’uomo dall’uomo e la pasta del riso. certi vasi d’altro canto non possono che contenere fiori. contenendo un imbuto che contiene anche i fiori da loro contenuti. e l’occhio che li sfiora. scivolando sul diagramma inconscio degli odori. sempre che il possessore dell’occhio abbia sufficienti capacità sinestetiche. introspettive e taumaturgiche. si chiude. di luppolo e senso di responsabilità mediocre. vigliacco davanti alla morte. martire del vuoto che lo crocifigge. marito di una felicità puramente chimica. moglie di una saggezza che è solo nei libri. amante dell’irrealtà del reale tanto da credere fermamente a. gli alberi hanno sangue. che i suoi occhi privi di clorofilla. non vedono perché non è rosso.
(da “di fantasmi e stasi. transizioni.” Arcipelago Itaca Edizioni, 2017) su autorizzazione dell’Autore