in eccome quante parole. prive di rami e foglie che intrigano. osteggiando il tetto di stelle. singole pulsazioni ipertrofiche. e svariati coriandoli di un solo colore. eccipienti eunuchi dalle voci. sdilinquite e bianche come il rumore. della voce dal fondo di un pozzo. i bambini che giocano a palla. con la testa del loro maturo. precipitare di morti. le bambine che sventrano bambole. per riempirle di viscere d’altre bambine. squartate e nemiche. e è possibile produrre pensieri e essere espulsi dall’essere. ripetibile infausto il gesto. di fondazione di ogni frontiera. psico-territoriale. sfrondando tornanti dai cespugli che serrano. palpebre chiuse. aperte in eccome. quante parole si può dire nulla. osteggiando la chioma del cuore. privo di scheletro. intrigato di pubblicità contraffatte. in eccome quante parole.
(da “di fantasmi e stasi. transizioni.” Arcipelago Itaca Edizioni, 2017) su autorizzazione dell’Autore