Mi circondano simulacri in bianche vesti, ed è la morte
accompagnata, in vacanza o di lei un’idea notturna, talora a un richiamo,
talora rincorrendo luci dalla miopia, da una sorte
di finestra sul mondo, dove non siamo e dove restiamo.
Alla carne ancorati, anime grevi nella radice, nel folto
del suolo, che l’inverno rinverdisce a nostrano volto,
scendiamo sempre al ricetto alla fiumara ai forni
alle acque, da lontano, da presso e nei dintorni.