“Non incontreremo più i nostri mobili,
in questo nuovo passo circolare e parallelo a ogni cosa,
si acceleleranno le altezze con la sola propellenza dei pensieri,
senza tuttavia entrare in alcuna porta, non vi sarà più alcun ingresso,
né chiavi da dimenticare” –
disse in un sorriso l’architetto.
“Io non abito, in effetti” – incontrandolo in quel momentaneo giro orbitale in comune, qual era un tempo un luogo, una via e il suo appuntamento.
E scivolando l’altro giù, in quota, nel momento dell’ascolto e del pensiero spento:
“Sì, io mi approssimo da molti anni qui,
e ci sto bene, devo dire” –
e lo diceva risalendo un istante in alto,
laddove erano le ipotetiche percentuali delle sue finestre:
accesa, senza tende, 31,6%,
serranda 38,3%,
e le altre fuori fuoco.
L’altro annuì, capì perfettamente: quel calcolo delle probabilità,
quell’intorno possibile,
era il suo quartiere,
In fondo tutta una vita di abitudini,
sempre le stesse,
gli stessi preziosissimi non amici,
non affetti di sempre.
Iniziò così il primo incontro tra Percentual, per chiunque, Johnny l’empatico,
e Sal Gantt,
dopo mille e mille anni di reciproca conoscenza.