IL GRILLO NELL’ORECCHIO

il grillo nell’orecchio mi dice di sedermi ascoltare prendere appunti, una luce verticale ritmica riflette l’occhio nel verde del foglio, in un giardino rasato con sporcizia vecchia, pulito a suo modo, di stazione mondo.

corsa fiatone, parole usate unte, parole usare diverse. le esperienze del mondo cosciente oppure le parole del potere, il potere femminile. stazione solo negro sigarette. rumore treno fermo rrrrrrrr  sciiiii. grillo orecchio birra tavor quaderno

 

ho dei clienti negri. una volta c’era un negro, era tutto buio e c’era un negro che era talmente negro, che sembrava che non c’era nessuno, ahah

treno merci vagoni carrelli metallici e vuoti si spezza il metallo, parte e vola verso di me mi taglia la testa in due e non se ne parli più

spostamento d’aria metallica come Brno o meglio quel viaggio a Praga sosta a Brno, ma ti piace sto posto? Brno, fa pure freddo ahah

o qualche posto di Londra ma è solo il ricordo di un ricordo. battaglia non è di un fatto, molto dura tra lì e qualcosa che vuole essere e il tutto di nuovo

 

vacuità corso giovedì, tipo guru capelluto del paese vicino, visto da giovane di anni fa, strano ma era per atteggiamento da guru capelli lunghi io invece dello stile bravi cittadini epperò siamo buddhisti embè hai qualcosa in contrario. si ecco, un buddismo da neofiti empatici, sentito non sbandierato coi vestiti

il meglio andato oggi su via tiburtina fronte stabilimenti cinematografici, bellissima passeggiata e si e si, kepabbaro schifoso che delizia

treno merci pulviscolo spostamento d’aria. non c’è più il negro ma chi c’è, un vecchio che dice pronto pronto

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