TIMEOUT

il finale lo ambientano al mare il fondale dipinto sul gesso di Bologna dentro ai sacchi profilato acciaio compilano le domande fanno opera di decenza mostrano la lingua uguale alle] batterie scariche la radiolina comprime dissolvenza] al nero fine del tempo] dell’attualità a rotazione lo] sfogo è che] pungola immerse in acque che nemmeno l’acquedotto vorrebbe i tecnici esausti vorrebbero ma vengono spartite con] i libretti multilingue le istruzioni sparire nei quadri dei falsari è ragionevole alle aste si può barare dare di spalle i pochi provano paure che i molti somatizzano gli indici pieni di energia inevasa per un vizio di forma quest’anno niente inverno se ne riparla cascasse a casa salta una lampadina poi una lampadina poi le mappe i bagagli a mano del mercato una] forma di cecità reversibile

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da I GIORNI QUANTI (111)
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monologo esteriore n. 4
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