Come vi sentite, maestà
Come un canarino in miniera, galileo
(si sistemerà ogni cosa)
(girando per la stanza)
Una lunga sera d’autunno scende azzurreggiando
Vana è ormai la lotta, tutto è silenzio e buio (sono solo le sei del pomeriggio)
Possedere una storia (non è cosa presto fatta) oh madre mia
Avanti e indietro, avanti e indietro (idealità del tempo) nel rumore dei nostri stessi passi
Anni passati a lavare i piatti
…
(andando verso la porta)
Cos’è, chi è
Nulla, maestà, sono io
Mi era sembrato di sentire un gatto
Non lo so, forse, può essere
Come diavolo avrà fatto a infilarsi
(risataccia tremenda)
Labbra scarlatte e lucenti, turbinio di inquiete apparizioni (sarà il decorrere dell’esistenza)
Dissolvenze, evenienze del reale, riluttanze
Sfuggenze in questi giorni orribili in questa landa desolata
(soffiandosi il naso)
Quel soffiarsi il naso continuamente (la vita in quanto gesto)
…
La sensazione di essere fissati da occhi che non possiamo vedere
Qualcuno ci spia (la notte ha mille occhi)
Da “La questione del Gatto”, inedito