da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.28

La violenza dell’uomo su l’uomo

Corrode il mio destino:

Insidiosa la buca che mi accompagna.

Non oso proporti enigmi

Né fati da leggere devoto.

Non ho nulla che mi sia donato

Sono anemica nemica solo della violenza

Che spero mi risparmi gl’impiccati.

Tutto il resto si accovaccia per offendere

L’atrio di benevolenza;

Mi uccida l’eco che mi risponde stupido

L’immenso caseggiato che ruppe il mio tempo

I genitori di poco amore.

La perpetua scandisce rosari

Mutilando i passi di chi entra

Con rumore di passi in chiesa:

La chiesa è molto bella e i passi sono molti.

Avrei voluto un fratello per amante:

l’incesto sacro della bellezza.

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