C’è quel sole che agli occhi di chi ha sguardo può diventare altro da una semplice stella o da una comune poesia. C’è quella finestra che non lavo dacché sono in questo nuovo monolocale. Il corpo, avesse finestre e porte, inframmezzi d’ambiente, bagno, cucina e letto a due piazze. Il mio corpo, fosse una casa, non sarebbe un monolocale, ma un dirupo di case lì lì tutte per cadere in mare. Ho saputo di notizie vere e false e tutte erano davvero o artatamente crudeli. Crudeli. Mai una notizia vera o costruita a tavolino che riguardi la felicità. L’uomo è un animale crudele. Il Potere alleva animali crudeli per vendere libertà e amore a prezzi più alti. È questo il monopolio di Stato. Il Monopolio di ogni stato presente passato futuro. E non lavo più le finestre, per vedere il sole schermato dall’impasse della polvere. La polvere, per natura, si deposita e vola. Non sulla finestra. Ieri era un vento cantilenante. Ha spostato gli astri. Anche i lampioni, davvero. Oggi la polvere è da sempre lì. La pioggia è un collante. Ma non l’acqua nell’intenzione-a-pulire. L’acqua cancella, la pioggia sottolinea e dà ricordi, l’acqua si scorda di noi. Oggi la polvere è da sempre lì, sempre da lì, invece, c’è quel sole che, agli occhi di chi ha sguardo, può diventare altro da semplice stella o da una comune poesia.
(da “di fantasmi e stasi. transizioni.” Arcipelago Itaca Edizioni, 2017) su autorizzazione dell’Autore