Una donna aspetta un uomo.
Lo aspetta come si aspetta qualcuno che è partito da molto tempo e non è stato perdonato.
Lei conosce le ragioni del sangue ma crede ancora allo stupore.
Si racconta una finzione. Poi nasconde qualcosa tra le mani, per dispetto.
La sua è una solitudine remota e indolente; è una condanna anticipata
Lui la prega di andare, di essere la sua voce tra la gente.
Lei diffida della sua parola, teme sia un impostore. Sente un demone nella gola.
Ma non ci sono demoni e la sua visione è effimera come la nudità.
Le ore non esistono, le ore si sono fermate. Un gallo canta.
Il tempo ha zampe di lince e scava di notte come un tamburo