29dic\new
a tozeur sono arrivato questa sera, non ho trovato subito albergo, trovato un brutto albergo senza finestre. intanto che cammino per strada si ferma un’auto lampeggia, un uomo barba corta, grosso mi dice salaam, devo qualcosa alla mia capacità di immedesimazione rispondo salaam con le a arabe, poi vado avanti e nessuno segue. sono spaventato. ho paura di non trovare camere. come potrei fare\
partito da le keg. paesaggio monotono, grandi estensioni di terra. oliveti, campi divisi da fichi di india. coltivazione dei fichi di india. siepi e frutteti. un soldato sale a un posto di blocco. chiede documenti. porta berretto a visiera la giacca a vento sollevata su un fianco dalla pistola revolver. l’autobus ferma e non spegne. quasi impossibile scrivere su questa tastiera. scende, il bigliettaio e un uomo scendono con quello. nella casupola della guardia nazionale. passa tempo, tornano il bigliettaio e l’uomo e il bigliettaio consegna i documenti a tutti quanti. come quando passa con il pezzo di biglietti da strappare i soldi in equilibrio su un blocco notes, stacca il biglietto dà il resto. ogni tanto conta i passeggeri. anche controllori, controllano per un segno di biro rossa sul tagliando.
la tavola di giugurta lontano. poi lentamente cambia. la sabbia lontana del mare. un fiume di sabbia taglia la strada, tra argini di rocce e terra rossa. gli oued tagliano la terra solcandola.
sabbia e polvere sommergono i tronchi degli alberi. molti ulivi, solo ulivi coltivati nessun altro albero da frutto.
cielo alto, nuvoloso o chiaro. il sole mi disturba in tutto il viaggio.