CONTEMPLO IL MIO LATTE ORIZZONTALE

Contemplo il mio latte orizzontale, il suo odore di lavagna sgocciola sul vestito buono del piano cottura. E’ come osservare quel diamante roccioso notturno che se ne sta lì, fifone come le mele. Una pantera senza ali mordicchia prime pagine e spezzetta ingegnosamente i titoli, poi li legge con voce semiautomatica. Tolgo un altro bacio dal mio calzino curativo e mi fiondo verso un’altalena usata: Goethe corre senza testa nel cortile, lo riconosco dalla busta da lettere che gli è rimasta tra i denti. Soffriva di fantasmi da quando era bambino e col tempo questo l’ha fatto diventare una buca postale. Che tristezza che questo poeta, che nel Medioevo era famoso su tutti i treni e gli aerei, adesso se ne vada in giro in motorino canticchiando ritornelli riciclati.

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