IL PRINCIPE ANDREA

Il principe Andrea di Tolstoj, dopo essere stato ferito rivede tutto il senso della vita, valori e aspettative, in un attimo.

La sua vita a trent’anni non era finita, e quando sarà, sarà.

Quella quercia ferma, secolare, stante, pure ogni primavera germogliava, e aveva bisogno delle primavere o più precisamente le primavere avevano bisogno di lei.

Come non sentire questo verso la vita, di non mendicare comprensione e rispetto, e di vivere in pieno, se le primavere che verranno, quelle sugli stessi muri, stesse strade, quelle primavere che fanno così paura di fronte al tempo delle aspettative, e che sono così libere e liberanti, di fronte al tempo liberato.

Se le primavere che verranno, principe, sentirai che ancora avranno bisogno di te.

 

Ci sono dei compiti, e il maggiore è liberarsi dei compiti. Oppure solo occuparsi nei compiti come tali, quelli che fanno un principe, e basta, come determinarsi, prendere posizione. Tutto torna nelle sue reali dimensioni, con quello che c’è.

E tutto quello che è stato resta come compito mai da svolgere, mai svolto, piccoli segreti dietro le righe, avere vissuto un pò, mai frustrazione, solo almeno il senso che quello si doveva fare o forse quello è capitato di fare.

 

Sogni di uscire da una stalla di bestie, segue un’altra bestia o guardiano mezza bestia, soffrono a camminare perchè hanno dei monconi al posto delle zampe. Ti si dice di bestialità, di furore inumano, e tu sappilo, se anche questo è quello che la primavera scalda in te, quello stesso calore della bestia.

Quello che ti ha rovinato, ti ha salvato.

 

La faccia assume lineamenti che non ti piacciono, sembra deformarsi in un’espressione sempre presente, e sgradevole. Quanti pensieri nell’arco di un giorno. In dormiveglia queste parole e pezzi di frase, persino tonalità e modi di parlare, come sconosciuti ti si presentano dicendo una parola o una piccola frase e poi andando via. E cosa intendono, non si capisce.

Ma poi quello che conta è la responsività, lo capisci è necessaria, la responsività delle relazioni umane, si saluta, si è persone, si guarda in faccia la persona. Ogni volta, come in un duello.

 

E poi, dì grazie alla vita. La vita con i rumori e i racconti, pezzi di storia, senza un briciolo di emozione. Storia di un valletto francese. Senza emozione, è questo. Tutto si svela, se la mente è pulita.

 

Una parola ritorna nei dormiveglia. Di cosa dovresti arrabbiarti? Quale dignità dovresti difendere ancora? Carattere da correggere, mete da perseguire. Ampliare le conoscenze, i possibili collegamenti.  Napoleone, il bambino. Quali mete.

 

Possiamo capire anche chi non risponde, perchè comunque risponde. Le riduzioni non si possono fare. Ma se la guerra e i possedimenti sono la tua occupazione, devi stare attento all’uomo. Anche le varie paure, possono ridursi ma solo in modo relativo, perchè in sostanza le paure non esistono. L’amore non esiste.

Esiste solo il coraggio, e il futuro.

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