(La tragedia di un curatore di mostre)
Piove (è uno stillicidio)
Pioggia dall’universo, senza fine (mito del diluvio)
…
Arte (visione miracolosa dell’essere)
Non so cos’è l’arte, non lo so, ti dico, non ho teorie
Non ho un metodo e non ho una tecnica
Come un contadino, come un giardiniere faccio
Essere artisti significa opporre all’esistenza un progetto totale di sé
(ciò è folle)
In ogni caso è una notevole prova di nervi (un simile ardire)
Oggi gli artisti amano essere incolti (fin troppo)
Piove e basta…non so cos’è l’arte, ti dico, (keine anung)
Penso di fare l’arte in verità è l’arte che fa me
…
L’ineguagliabile logica di essere sé stessi
Conviene, boh, non lo so (non è questo il problema)
Essere se stessi è un vizio, una patologia, un’allucinazione
(risataccia tremenda)
Non si sfugge al demone, è l’unica mia strada, galileo
Non v’illudete, maestà
L’arte è l’unica possibilità di fuggire altrove
La morte è nell’ordine di tutto (che cosa prova la morte?)
Il trionfo della bellezza e della giustizia
Brividi e vampate
Oh madre mia, ci si scorda così presto dei morti
…
(nel cuore della notte)
Tutti la notte dormono e io non dormo mai
Siamo ridotti in miseria, Galileo
A chi volete che importi, Maestà
Non abbiamo più il becco di un quattrino
È la solita storia, Maestà, non datevi troppa pena
Tu non ti rendi conto, sono a pezzi
Mi sento vivo e morto allo stesso tempo
Un uomo come voi, Maestà (buona notte)
Aspetta, non andartene, parliamo ancora un po’
(una lacrima sfavillò negli occhi)
(Da “La questione del Gatto”, inedito)