250 A CARDELLA

Le gambe dell’uomo senza mani funzionano alla perfezione. Adesso, per esempio, trasportano questo signore da un capo all’altro di un salone piuttosto agevolmente. Ma non è questo il punto: si aggiunga anche molto comodamente; considerato che sta calzando babucce da camera. Che è perlomeno inconsueto data la regola di andare ai ricevimenti con ben altre pantofole ai piedi. Come ancor più lo è proprio il fatto che l’uomo partecipi a quella serata, vista la tragica mutilazione che gli impedisce di impugnare un bicchiere o di stringere una qualsiasi posata, o persino di presentare gli omaggi, e visto che, inoltre, per indole personale rifugge da sempre ogni convivio e la moltitudine. Sappiamo però che nel corso dell’esistenza capitino eventi che interrompono la routine delle cose creando inevitabilmente scompiglio: la sua signora infatti non trovava più  il cacciavite,  andava e veniva dal terrazzo senza riuscire a capacitarsi: da otto anni combatteva con quella macchia che finalmente era riuscita a levare. Mentre i nani aggiustavano la cravatta al marito, davano un ultimo colpo di spazzola – proprio in quel momento – un’ultima tiratina ai polsini.