NELLA VILLA

La villa ha settanta camere. Ogni camera ha sette grandi armadi. In ogni armadio sono rinchiusi decine di cardiologi in camice bianco pronti a prescrivere analisi del sangue per poi tacere a lungo ed emettere infine gridolini di sconcerto. Basta aprire lo spiraglio di un armadio qualsiasi e ne saltano fuori tre o quattro, di quei dottori. Se poi capita di aprirne contemporaneamente più di uno magari in diverse stanze, allora è una spaventosa invasione. Ti corrono incontro in folla, ti inseguono, ti vengono addosso a grappoli perché ti vogliono visitare, misurarti la pressione, proporti un piccolo elettrocardiogramma; ma soprattutto perché non vedono l’ora di prescriverti analisi del sangue. Ricacciare i cardiologi nei loro armadi è un bel problema. Qualcuno ha provato con le zollette di zucchero, ponendone tre o quattro negli scomparti interni a modo di esca, ma non ha mai funzionato perché, come si sa, i cardiologi sono per le diete ipocaloriche e dello zucchero non gliene frega niente. E poi, essendo laureati, eh, non si lasciano mica ingannare facilmente, i cardiologi. La migliore soluzione sarebbe riempire l’aria del fetore che loro abborrono, quello della pelle di gallina bruciacchiata, ma non sarebbe cosa praticabile, sia per le difficoltà di riempire uno spazio così grande di fetore (e dove trovare tanta pelle di gallina?), sia perché lo spazio poi ne rimarrebbe a lungo impregnato con le sgradevoli conseguenze che si possono immaginare, data la pulizia dell’ambiente. Così ci siamo rassegnati e ogni tanto ci imbattiamo in qualche cardiologo vagante. Si aggirano quatti persino nelle ore notturne. Se ti beccano, fosse pure alle sette albe, come minimo una prescrizione dell’emocromo completo non te la toglie nessuno.

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