Notte: trapasso di vita felice
note stridenti assiepate si posano inquiete
quindi avanza l’ombra lettura veloce
guizzo di polvere antica,
la danza il notturno
Chopin Nelson Freire.
Remoti spartiti solfeggi quattroquarti
semibrevi crome qua là
sui distesi fili eleganti
neri assediano il vivido,
intanto si brama la pausa
silenzio musicale
quando il suono si arresta
nel fluire del tempo sonoro
e il respiro si fa esitazione dinamica ritmica,
naturale conclusione del brano.
Poi scorre languido fiume scura ebbrezza
placide acque rissose orgogliose maestose
lentamente s’aggrappano al filo
s’intrecciano in archi di nubi
levano conditi festanti duetti
fino ad atmosfera rarefatta sognante
va su su per gli orti che vibrano d’orme,
calce bianca mista a cenere di corpi sopiti
melodia piana nell’occhio chiuso
dischiuso armonico cerchio;
va giù nelle rime segrete, affonda l’orecchio
tende lo sguardo e la palpebra
giace assopita composta.
Climax anticlimax incipiente responso,
s’insinua l’alba incostante a sprazzi
di nebbia profusa quasi a irrorare la sospensione,
fermo il pensiero mentre le note tintinnano
fuori dal tempo, spazio.
La notte si eleva a virtuosa fanciulla
toccata bramata spoglia dei tòpoi,
trillo esterno accordo coda:
recondito battito.
Lei perduta in verba sonanti
si abbandona ai latrati della notte.