vuoti il sole
mentre spicchi il volo
prima di posarti
(ma ti posi mai?)
e sull’aria flottanti
le tue gambe di gelsomino
beffando il tempo e la sua musica
vuota il sonno
disseminato di chimica
e di miao-mao ridestato
dalle languorose fisarmoniche
dell’angolo parigino
che scomparivano
prima di apparire
mi telefono per sentirti
e pacificare la mia inadeguatezza
che tu sai accarezzare e cantare
dovunque ti trovi
miobelpandarancio