1. Dove finisco io
E dove cominci tu
Che sei sempre io
E pure non lo sei più
2. Una notte di quelle che diventavamo spettrali.
5. Chiedevo dove sono, non sapevo più dove fossi, proprio prima di venire.
6. L’angoscia di non capire, di non essere del tutto immerso nella violenza dell’istinto ma di essere un passo ancora al di qua, nel soggetto, e provare l’angoscia di sentirsi/vedersi come quella macchina/corpo nel pieno del suo meccanismo (culmine), e l’altro corpo identico che riceve, ugualmente disperso, entrambi irrimediabilmente agiti da qualcosa d’altro, sentirsi come sospesi nel vuoto e aggrappati al di qua con un’unghia.
9. Esistono poche, spettrali immagini di quell’evento.
10. Prima di venire – e non andare, solo arrivare e restare – chiesi quasi disperatamente dove sono.
12. Dove sono?
figure dalla pelle di spettro
dietro i vetri umidi, corpi
a pieno regime di una meccanica
incosciente
14. Nel ricordo
esistono poche spettrali immagini
dell’evento, tanto eravamo presi
dalle rispettive bestie, nel pieno
regime di una meccanica
incosciente
15. Potessimo vederci, sarebbe l’angoscia di capirci agiti senza rimedio, o l’imbarazzo del corpo fatto a pezzi dalla luce?
22. Vieni, vieni dentro, non c’è
pericolo