DIDASCALIE 6

1. Dove finisco io

E dove cominci tu

Che sei sempre io

E pure non lo sei più

2. Una notte di quelle che diventavamo spettrali.

5. Chiedevo dove sono, non sapevo più dove fossi, proprio prima di venire.

6. L’angoscia di non capire, di non essere del tutto immerso nella violenza dell’istinto ma di essere un passo ancora al di qua, nel soggetto, e provare l’angoscia di sentirsi/vedersi come quella macchina/corpo nel pieno del suo meccanismo (culmine), e l’altro corpo identico che riceve, ugualmente disperso, entrambi irrimediabilmente agiti da qualcosa d’altro, sentirsi come sospesi nel vuoto e aggrappati al di qua con un’unghia.

9. Esistono poche, spettrali immagini di quell’evento.

10. Prima di venire – e non andare, solo arrivare e restare – chiesi quasi disperatamente dove sono.

12. Dove sono?

figure dalla pelle di spettro

dietro i vetri umidi, corpi

a pieno regime di una meccanica

incosciente

14. Nel ricordo

esistono poche spettrali immagini

dell’evento, tanto eravamo presi

dalle rispettive bestie, nel pieno

regime di una meccanica

incosciente

15. Potessimo vederci, sarebbe l’angoscia di capirci agiti senza rimedio, o l’imbarazzo del corpo fatto a pezzi dalla luce?

 

22. Vieni, vieni dentro, non c’è

pericolo

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

questo luogo (da INSETTI 2002)
respiro vento e sole in quest’aria ho la città maggiore più vicino della città minore fuori dappertutto mi allontano dalla Read more.
ERBA ALTA 4.0
Sono furbi gli spadini conficcati nell’azzurro e insidiose le nervature taglia dita. Lungo le prese numerate circuita il colle (dossi Read more.
20
oscilla   avanti e indietro nella pianura alluvionale                                      guardano con gli occhi di un erbivoro poi viene decompressa   e di nuovo Read more.
AL SOLE
Avrei potuto scrivere un poema o un romanzo, invece ho dilapidato i banchi di nebbia che ho ereditato e sono Read more.
CAVALIERE
dove la sera si radunano centinaia di centimetri inutili di fava dove gli ormoni inzaccherano vetri e tappeti dove la Read more.
da DIARIO PALERMITANO (8)
Suono di motore per aspirare acqua. Suono di un portone in vetro ed alluminio che si apre e chiude. Read more.
STANZA 401
s’una panchina della Fifth Avenue il mio volto come in una stanza da qualche parte in cui una tv è Read more.
BLUASTRA COME CARTA DI GIORNALE
bluastra come carta di giornale, la capretta fruscia davanti a noi come i rami di una stella. la capretta diventa Read more.
IL VESTITO BIZANTINO – 58
Le rotte combuste lungo il sangue Rammentano apocalissi di culle Stazioni sapienziali fati embrionali. Nessuna lezione mi strappa dal panico Read more.