Un lungo bagno al largo davanti alla costa
vista da quaggiù di un bianco squillante maestoso primevo
ma non appena il mare cambia di colore
dico addio alla mia ombra nuda
in apnea dieci metri più sotto
tra i pesciolini invisibili innamorati dei miei piedi
poi nuoto
nuoto verso la riva
e da qui benché stremato
fronteggio con lo sguardo
onde altissime che immancabilmente m’ignorano
per correre ad accartocciarsi mugghiando e schiumando
sulla battigia grigiastra di ciottoli viscidi pigri indifferenti
e ciò dura fino all’imbrunire
dopo
ubriaco di salsedine svanito nella foschia stregato dagli assolo degli assioli
vado a naso per la boscaglia a ridosso del litorale
per ore e ore
e quand’ormai dubito di riuscire a venirne fuori
ecco che al di là di un cancello
dove
intuisco muore il mio anguineo viottolo
vedo brillare delle luci sopra una tavola imbandita
attorno alla quale gozzoviglia e cancaneggia gente del luogo
S E M B R I A M O R U M
queste parole
forse perché urlate dentro le orecchie
giusto mentre gli passo allato
da un uomo già alticcio
con in mano un bicchiere pieno raso di rosso
alzato verso il nero della sera
più che le tante altre
mi risuonano forteforte dentro
ma solo per qualche minuto
duetre passi più avanti infatti
lo schitarrare degli insetti si riappropria
dei miei pensieri
e
del silenzio
da queste parti profumato di zagara